La Fondazione Radici si presenta a Ovada e Alba e presenta il docufilm Rèis-Raìz

La Fondazione Radici, nata il 12 febbraio 2020, promuove una doppia presentazione del docufilm “Rèis-Raìz Piemontesi d’Argentina”, girato a fine 2019 nelle comunità piemontesi in Argentina.

La decisione di sostenere la presentazione da parte della Fondazione Radici viene spiegata dal presidente Claudio Rosso: «Quello della migrazione piemontese verso l’Argentina (e più in generale verso il nord Europa e le Americhe), è un fenomeno che ha portato lontano dalla nostra regione, senza mai tagliare il cordone ombelicale, oltre 2,5 milioni di corregionali. Riteniamo sia un un tema molto importante per l’attività della Fondazione. Saputo che il gruppo roerino La Cricca dij Mes-cià aveva realizzato delle riprese durante il viaggio compiuto nel paese sudamericano e che intendeva realizzare un docufilm dal titolo “Rèis-Raìz”, abbiamo subito proposto ai ragazzi di lavorare insieme perché questo importante documento venisse presentato con la dovuta attenzione e potesse, in seguito, entrare a far parte del grande archivio digitale della memoria della Fondazione Radici. Il docufilm costituisce uno spaccato di vita dal grande valore culturale e storico che immortala le comunità piemontesi in Argentina nei mesi che hanno preceduto lo scoppio della pandemia da Covid-19 e sarà interessante, a distanza di due anni, capire cosa sia cambiato, con la certezza che il legame tra le comunità piemontesi d’Argentina e la nostra regione sia rimasto più saldo che mai. Nei 50 minuti del docufilm, intensi, commoventi, ricchi di speranza, traspare tutto l’amore che i nostri corregionali d’Argentina nutrono per il Piemonte e ci fanno capire quanto sia importante mantenere ben salde le proprie radici per poter spiccare il volo».

 

Claudio Rosso aggiunge: «Nelle due serate faremo il punto, inoltre, sull’attività della fondazione Radici, che nonostante sia nata in un periodo difficile il 12 febbraio 2020, ha saputo mettere le basi per creare il grande archivio digitale della memoria. Il nostro obiettivo è andare a creare un portale, accessibile a tutti e in modo particolare a chi vorrà approfondire lo studio del nostro territorio. Un portale in cui andare a convogliare il materiale inedito raccolto dalla Fondazione, fatto di decine di interviste, ma anche le pubblicazioni che sono state realizzate nel corso degli anni da storici, giornalisti e antropologi del territorio, in modo che queste non vadano perdute. Dopo aver raccolto materiale in Langhe e Roero, il 2021 ha visto la Fondazione Radici realizzare una quindicina di interviste ad altrettanti personaggi del Monferrato con una troupe formata dal giornalista e direttore della Fondazione Marcello Pasquero, dal fotografo Bruno Murialdo, dall’operatore Daniele Ferrero, con l’aiuto di un grande conoscitore del nostro territorio: Beppe Orsini. Nel 2021 è stato presentato il docufilm ufficiale di Alba Capitale della cultura d’impresa “Un passo alla volta” coprodotto da Fondazione Radici e Confindustria Cuneo e sarà ultimato a febbraio 2022 il film “La Banda degli Asini”. Sono state avviate, inoltre, proficue collaborazioni con Ministeri, Regione e Comuni, in modo particolare con il comune di Alba, ma l’obiettivo è arrivare a essere un punto di riferimento per tutte le amministrazioni e le aziende di Langhe, Roero e Monferrato».

 

Il direttore della Fondazione Radici Marcello Pasquero scende nello specifico delle due serate: «Entrambe a ingresso libero, le serate di Ovada ed Alba saranno strutturate in questo modo: si partirà con i saluti istituzionali per passare all’introduzione dello storico Giancarlo Libert, che da oltre 30 anni studia i fenomeni migratori dei piemontesi. Libert si concentrerà il 15 dicembre sull’emigrazione dall’Ovadese e più in generale dal Monferrato all’Argentina e il 21 dicembre sull’emigrazione da Langhe e Roero verso il paese sudamericano, snocciolando numeri e raccontando aneddoti. In seguito, il presidente Claudio Rosso, il vicepresidente Gianfranco Comaschi e il direttore Marcello Pasquero presenteranno i vari organi della Fondazione, faranno il punto sull’attività della stessa e premieranno i membri del gruppo la Cricca dij Mes-cià per il lavoro svolto nella riscoperta delle Radici. Durante le serate sarà attiva una raccolta fondi per finanziare un secondo viaggio in Argentina con la realizzazione di un nuovo docufilm. Spazio poi alla musica con l’esecuzione di tre brani, tra cui un inedito della Cricca dij Mes-cià prima della proiezione del docufilm con cui si concluderanno le serate».

 

La due presentazioni saranno realizzate con il sostegno della Regione Piemonte, con in prima fila il presidente Alberto Cirio, tra i primi a vedere Rèis-Raìz il docufilm, in cui è chiaro l’amore per la nostra Regione da parte dei migranti piemontesi che mai hanno tagliato il cordone ombelicale che li lega al Piemonte: «Possiamo tornare a vivere momenti come questo promosso dalla Fondazione Radici grazie alla campagna vaccinale che ha reso la nostra regione uno dei luoghi in Europa più sicuri e dove il contagio continua a essere  più contenuto – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. I piemontesi hanno fatto l’Italia e poi l’hanno promossa in ogni parte del pianeta. Lo dimostrano i nostri cittadini nel mondo, come la comunità che si è radicata anche in Argentina. Persone serie, lavoratrici, caparbie e tanaci, ma che sanno amare la loro terra. Piemontesi che, pur avendo dovuto lasciare il loro Piemonte e le loro colline, mantengono un legame fortissimo con le tradizioni. Un valore che nessun chilometro potrà mai cancellare”.

 

Forte è stato anche il sostegno delle due amministrazioni coinvolte nella presentazione: quella ovadese e l’amministrazione della città del tartufo bianco:

 

Paolo Lantero, sindaco di Ovada spiega: «Due le questioni che a mio avviso rendono questa iniziativa e la stessa Fondazione molto importanti, la prima è relativa alle nostre tradizioni, al mantenerle vive e vivere con esse una vicinanza a chi ancora le ricorda e le sente sue; la seconda riguarda il tema assai attuale delle migrazioni, al dovere abbandonare il conosciuto per lo sconosciuto, sradicare i legami più profondi nella ricerca di una qualità di vita migliore. Tema che oggi non coinvolge i piemontesi e più generalmente gli italiani ma storia conosciuta nei secoli scorsi anche qui da noi, quindi il dovere etico morale ancorchè umano della sensibilità, della attenzione, della accoglienza».

 

Il sindaco di Alba Carlo Bo aggiunge: «È un piacere accogliere in città la presentazione del nuovo docufilm della Fondazione Radici. La migrazione verso le Americhe e in particolare l’Argentina è un tema che molte famiglie dell’albese conoscono bene, avendolo vissuto in prima persona e, come molti mi raccontano, essendo ancora oggi in contatto con parenti dall’altra parte del mondo. Colgo l’occasione per ringraziare la Fondazione Radici per il prezioso lavoro di ricerca e custodia di quella che è la nostra memoria collettiva. Non si tratta solo di un semplice conservare ma, come in questo caso, di saper creare qualcosa di nuovo che permetta di raccontare e tramandare la nostra storia e le nostre tradizioni, coinvolgendo anche un pubblico più giovane».

 

La serata di Ovada permetterà anche di realizzare il primo evento nel territorio del Monferrato, a cui la fondazione Radici guarda con grande interesse. Il presidente del socio di riferimento sul territorio, l’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, Mario Arosio commenta: «Abbiamo voluto fortemente essere tra i soci fondatori di Radici perché riteniamo la Fondazione un punto di riferimento per la tutela e la salvaguardia della memoria del Monferrato, un grande lavoro, appena iniziato, che permetterà di non disperdere il grande patrimonio scritto e orale del nostro territorio».

 

PER PRENOTARSI A OVADA: Presso uffici IAT in Via Cairoli, 107, 15076 Ovada (AL), al numero di telefono 0143-821043 o scrivendo alla mail iat@comune.ovada.al.it

PER PRENOTARSI AD ALBA: Dal sito www.fondazioneradici.it

o direttamente al link: https://www-2553b.bookeo.com/bookeo/b_fondazioneradici_start.html?ctlsrc2=5YBduK85OXdtsKorqGFZaTrgmkG1RDcfTI3%2FeXtGGZE%3D&src=02r&devent=425536NHAAT17D80A5F2D2_2021-12-21_Jx6q39zXHA16

per informazioni scrivere alla mail: info@fondazioneradici.it

 

“LA CRICCA”

La Cricca dij mes-cià è un gruppo folk popolare che rivisita le canzoni in dialetto piemontese in una chiave musicale più ballabile. Ha iniziato nel 2013 ri-arraggiando i vecchi canti popolari della tradizione locale e ora scrive e musica canzoni proprie. Nel 2019, grazie alla collaborazione con l’associazione Agemaso di Monticello, è partita alla volta dell’Argentina per incontrare le comunità piemontesi delle province di Santa Fe, Córdoba e Entre Ríos. Il docufilm racconta quell’esperienza.

 

143 anni dopo il primo sbarco di piemontesi, 6 musicisti folk incontrano dal vivo l’eredità culturale di un esodo grande quanto la Pampa. Obiettivo del documentario è indagare l’eredità culturale che un esodo così massiccio ha lasciato sulle generazioni odierne e sui loro usi e costumi.

 

Maurizio Bongioanni, fisarmonicista del gruppo spiega: «Il gruppo folk è partito munito solo del proprio dialetto. Il bagaglio di canti popolari piemontesi è già pronto e gli strumenti musicali sono stati forniti dagli amici argentini. D’altronde con il dialetto, nella provincia di Santa Fe, non solo ci si capisce ma si possono avere lunghe conversazioni, tanto che se non fosse per quell’oceano di distanza, sarebbe come partecipare alla festa patronale. Queste sono le radici che danno frutto. Il viaggio conferma che quell’esodo non ha mai abbandonato il piemontese d’Argentina. Le radici hanno continuato a crescere e i frutti che La Cricca raccoglie sono accoglienza e racconti, tradizioni e modi di dire, cibi e canzoni popolari. E poi c’è la musica, che insieme alle radici è il fil rouge di questo racconto. La musica è contaminazione fra radici, con uno sguardo musical-antropologico La Cricca dij Mes-cià osserva e racconta l’evoluzione di una cultura, di un modo di stare al mondo che non dimentica le proprie origini e, allo stesso tempo, include ciò che di nuovo gli si pone davanti. Canzone ed emigrazione si fondono in un racconto corale, fatto di voci e canti, ricordi personali e collettivi, mate e bagna caoda»

Il docufilm della durata di circa 50 minuti è stato realizzato e montato dagli operatori professionisti Daniele Ferrero e Francesca Nota che hanno partecipato al viaggio con il fotografo Luigi Ferrando.

«Abbiamo visitato sei comunità, ma se consideriamo che i gemellaggi ufficiali tra comuni del Piemonte e d’Argentina sono più di sessanta, il nostro viaggio può dirsi solo all’inizio e grazie al sostegno della Fondazione Radici e di tutto il pubblico che parteciperà alle serate di Ovada e Alba, sarà possibile mettere le basi per le prossime tappe in terra d’Argentina», conclude Bongioanni.

 

GIANCARLO LIBERT

Giancarlo Libert è nato a Torino nel 1963, giornalista pubblicista. Da circa 30 anni conduce ricerche di storia locale e storia dell’emigrazione piemontese. È autore di numerosi libri, socio del Centro Studi Piemontesi di Torino, della Società di Studi Storici di Cuneo, della Società di Storia, Arte ed Archeologia per le province di Alessandria e di Asti, di Iulia Dertona, della Società Studi Astesi e dell’Accademia Urbense.

Ha curato per l’editore Bonechi di Firenze il capitolo sull’Emigrazione Piemontese nel Mondo nella Grande Storia del Piemonte.

Ha scritto numerosi saggi sulla storia dell’emigrazione piemontese in Argentina, Francia, Egitto e California, sulla storia locale, sulla storia nobiliare apparsi in volumi e riviste italiane, francesi e argentine quali Il Platano, rivista culturale astigiana, la Rivista della Società di Storia, Arte ed Archeologia per le province di Alessandria e di Asti, e il Bollettino della Società Storica Pro Iulia Dertona.

Ha collaborato con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, partecipando a numerosi seminari con relazioni di storia locale e di storia dell’emigrazione piemontese nel mondo.

(biografia tratta dal sito giancarlolibert.it)

 

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