Mercoledì 30 dicembre alle 21 la Fondazione Radici si presenta

MERCOLEDÌ 30 DICEMBRE ALLE 21, LA FONDAZIONE RADICI SI PRESENTA ONLINE, LANCIA IN ANTEPRIMA IL TEASER DEL DOCUFILM UFFICIALE DI ALBA CAPITALE DELLA CULTURA D’IMPRESA DI CUI E’ PRODUTTORE ASSOCIATO E IL VIDEO:

“I CUSTODI DEL FUOCO-DALLA MALORA AL RICONOSCIMENTO UNESCO”

 

“Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco” (cit. Gustav Mahler)

Una presentazione virtuale, ma non per questo meno emozionante per la Fondazione Radici che andrà in onda mercoledì 30 dicembre alle 21 sulla pagina Facebook della Fondazione e verrà rilanciata dai principali organi di stampa piemontesi, oltre che dai 15 i soci fondatori, in rappresentanza delle varie anime del territorio di riferimento. Si parte dai promotori Radio Alba, passando dalla Famija Albeisa e dall’associazione dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero, senza dimenticare l’industria, con la Fondazione Ferrero, Egea Spa e Miroglio Spa, il vino, il commercio l’artigianato e la presenza della Diocesi di Alba che ha subito sposato il progetto. A presentare la serata, in cui interverrà il presidente della Regione Alberto Cirio, sarà l’attore Paolo Tibaldi. La Fondazione ha appena nominato un comitato scientifico di altissimo livello composto da Pier Carlo Grimaldi, Massimo Martinelli, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Mauro Carbone, Marco Devecchi, Andrea Desana, Luca Garavaglia e Roberto Cavallo.

L’EVENTO

La Fondazione Radici, nata il 12 febbraio 2020, a pochi giorni dall’arrivo della prima ondata pandemica in Italia, ha dovuto rinviare, per l’impossibilità di organizzare eventi in presenza, la propria presentazione ufficiale. Un appuntamento solo rimandato al 2021, finalmente con il pubblico. Ma il 2020 è stato comunque un anno importante, perché ha visto la nascita e il muoversi dei primi passi della Fondazione che vuole questo anno, complesso, con una bella serata nel segno della memoria e della tradizione per salutare l’arrivo di un nuovo anno a cui guardare con ottimismo.

«Nonostante l’anno poco propizio, siamo soddisfatti perché la Fondazione Radici è riuscita a dare il via a importanti opere, su tutte il grande archivio digitale della memoria. Il nostro obiettivo è andare a creare un portale, accessibile a chi vorrà approfondire lo studio del territorio in cui andare a convogliare il materiale inedito raccolto dalla Fondazione, fatto di decine di interviste, ma anche delle pubblicazioni che sono state realizzate nel corso degli anni da storici, giornalisti e antropologi del territorio, in modo che queste non vadano perdute», spiega il presidente Claudio Rosso che aggiunge: «Quello della Fondazione Radici è stato un grande lavoro di squadra. In questo 2020 i 15 soci fondatori hanno approvato oltre 20 delibere, tutte all’unanimità, l’affiatato Cda ha messo le basi per dare una solidità organizzativa ed economica alla fondazione che potrà durare negli anni e nelle scorse settimane è stato nominato il comitato scientifico, con nomi di spicco in numerosi settori che sapranno dare lustro alla Fondazione e darle prestigio dal punto di vista culturale e scientifico»

 

Il direttore della Fondazione Radici Marcello Pasquero scende nello specifico dei lavori avviati dalla Fondazione: «La Fondazione ha operato su più fronti in questi primi mesi di attività. Non possiamo nascondere che l’emergenza sanitaria abbia rallentato l’operatività della Fondazione, ma le iniziative non sono mancate, a partire dall’importante convenzione stipulata con l’Icpi l’istituto centrale del patrimonio immateriale del Mibact. La Fondazione Radici è tra le sole quattro fondazioni in Italia ad aver stipulato una convenzione di questo tipo. Il primo lavoro promosso è stato un libro sul passaggio delle epidemie in Piemonte con un focus molto particolare sul 2020 raccontato a un ipotetico ragazzo del futuro che si chiederà come il nostro territorio abbia fronteggiato la pandemia da Covid-19. Alla parte storica ha lavorato a lungo Don Renzo Costamagna, morto prematuramente a settembre. Il libro che verrà presentato a inizio 2021 sarà dedicato alla sua memoria».

Da mesi poi la Fondazione opera, come produttore associato, con Confindustria Cuneo, per la realizzazione del Docufilm ufficiale di Alba capitale della cultura d’impresa 2021, con la regia di Max Chicco. A questo proposito il presidente Claudio Rosso aggiunge: «Questo lavoro rimarrà nella storia della Fondazione come il primo realizzato per un socio fondatore, Confindustria Cuneo, che ha creduto e sostenuto fin dall’inizio Radici. La speranza è che questo sia solo il primo di tanti incarichi che arriveranno dagli importanti soci della Fondazione. Sottolineo che questo incarico ha permesso alla Fondazione Radici di richiedere il codice Ateco come casa di produzione cinematografica».

Parallelamente è continuata la fase di raccolta di testimonianze e per il 2021 sono già state deliberate le prime dodici nuove interviste per completare la fase di ricerca avviata sul mondo dell’enologia di Langhe, Roero e Monferrato, allo scopo di realizzare un libro ed eventualmente un film sul mondo del vino. Il lavoro proseguirà approfondendo tutti i settori produttivi del territorio.

Il teaser del docufilm ufficiale di Alba Capitale della cultura d’impresa 2021 sarà presentato in anteprima e precederà la messa in onda del promo “I Custodi del Fuoco-Dalla Malora al riconoscimento Unesco”, vetrina delle oltre 50 interviste raccolte da Claudio Rosso, Bruno Murialdo, Marcello Pasquero e Daniele Ferrero negli ultimi anni.

La presentazione sarà visibile a partire dalle 21 di mercoledì 30 dicembre sulla pagina Facebook della Fondazione Radici.

La presentazione sarà realizzata con il sostegno della Regione Piemonte che ha riconosciuto la Fondazione Radici: «Proprio in questo momento in cui dobbiamo ricostruire un Rinascimento italiano e piemontese il modo migliore è partire dalla nostra storia, partire dalle nostre radici» sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: «Questa nuova Fondazione ci aiuta a mantenere ben salda la memoria delle nostre origini e quindi ha tutto il supporto di una Regione che ha nella sua storia la garanzia del suo futuro».

 

IL PERCHÉ DELLA SCELTA DEL 30 DICEMBRE

 

Paolo Tibaldi, attore e promotore della lingua piemontese spiega: «La straordinaria saggezza dei nostri avi che hanno saputo vivere in simbiosi con la natura e leggerne umilmente i segnali, contempla la luna per fare riferimento ad alcune pratiche umane e agricole: dal parto di un bambino, alla semina; dall’imbottigliamento del vino, alla serenità del sonno; dall’aratura dei campi, all’abbattimento di alberi, sino alla pratica della lessa (il bucato con la cenere).

Ci parlano di luna, alcuni proverbi degni di nota, il primo fra questi è pertinente al periodo: Mëssa ‘d mesaneucc sansa lun-a, chi o ȓ’ha tre vàche, ch’o no vanda un-a (Messa di mezzanotte senza luna, chi ha tre vacche, ne venda una). Il modo di dire è dovuto al fatto che, in assenza di luna, si sarebbe ipotizzata una carenza di pioggia e la conseguente mancanza di grano, foraggio per i buoi: il malaugurato periodo delle cosiddette “vacche magre”.

Il lunario dice che il 30 dicembre 2020 ci sarà la luna piena. Un buon segno, oltre a quello della fine di un anno infausto.

Sempre sulla relazione tra vita rurale e meteo, abbiamo un altro modo di dire di immediata intuizione: Lun-a neuva, trè dì a ȓa pȓeuva (luna nuova, tre giorni alla prova); chissà se è il contadino che è messo alla prova oppure è proprio lui a mettere alla prova il cielo.

Si guardava al cielo per scrutare la luna, che scandisce i tempi di quasi ogni lavoro. Ecco perché poeti e contadini si somigliano: entrambi si rivolgono al cielo per chiedere consiglio, alla volta delle rispettive attività, in fondo, spirituali.

“Buonanotte a questo pezzo di cielo, alle stelle, alla luna, che sotto di lei ci scandisce e ci raduna!”».

 

I SOCI FONDATORI

 

A dare vita alla Fondazione Radici sono stati 15 soci fondatori: Aca Associazione Commercianti Albesi, Ascom Bra, Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, Confartigianato Cuneo, Ente turismo Langhe, Monferrato Roero, Confindustria Cuneo, Diocesi di Alba, Egea Spa, Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, Ente Fiera del Tartufo bianco d’Alba, Famija Albèisa, Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, Miroglio Spa, Piemonte Land of Perfection e Radio Alba.

Il “Collegio dei soci fondatori”ha eletto all’unanimità Claudio Rosso presidente, nominando un Consiglio di amministrazione di altissimo livello che vede al fianco di Rosso il presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato Gian Franco Comaschi, nel ruolo di vice. Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo, Marco Scuderi, funzionario Aca e vicepresidente dell’Ente Fiera oltre che direttore dell’Enoteca Cavour di Grinzane, Luigi Cabutto, direttore del giornale “Le nostre Tor” di Famija Albeisa e Silvano Stella consigliere dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, completano il Cda. Marcello Pasquero, tra i promotori della Fondazione con Claudio Rosso e Bruno Murialdo è stato nominato direttore. L’ultimo posto nel consiglio è stato espresso dalla Regione Piemonte nel nome di Mauro Davico, indicato con 34 su 36 voti espressi dal consiglio regionale nella seduta del 22 dicembre. I revisori dei conti sono Roberto Berzia, Mariella Scarzello e Giampaolo Morra.

Di recente nomina il primo nucleo del comitato scientifico composto da Piercarlo Grimaldi, Massimo Martinelli, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Mauro Carbone, Marco Devecchi, Andrea Desana, Luca Garavaglia e Roberto Cavallo.

Il comitato scientifico ha nominato presidente Piercarlo Grimaldi e vicepresidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Nella Fondazione sono così rappresentate molte anime per un territorio variegato e capace di affrancarsi dalla “Malora” Fenogliana grazie a uno straordinario lavoro di squadra, fatto delle storie di centinaia di personaggi che hanno saputo esportare l’unicità di Langhe, Roero e Monferrato nel Mondo.

Ai soci fondatori si affiancheranno i soci partecipanti. E’ possibile presentare la propria richiesta di adesione scrivendo alla mail info@fondazioneradici.it

Il presidente Claudio Rosso dichiara: «Sono molto fiero che l’iniziale intuizione di dare vita ad un progetto culturale in grado di riconnetterci con la nostra storia e le nostre radici abbia trovato ampio consenso e si sia strutturato nella forma giuridica di una Fondazione. L’area collinare del Piemonte meridionale ha risorse umane ed imprenditoriali veramente importanti che meritano di essere messe in luce per farci avere coscienza del presente e permetterci uno sguardo nuovo nel contesto globale in cui viviamo. Avviare nuovi lavori, rubricare quel tanto che già esiste, digitalizzare il possibile è quanto ci apprestiamo a fare con l’aiuto di soggetti di grande spessore della nostra zona. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo rallenterà il nostro avvio, ma nel medio periodo sarà ancora più importante sviluppare la nostra idea. Siamo pronti ad essere un punto di riferimento da cui attingere idee, energie, volontà e coscienza di quella storia che ci ha portati dalla “malora” fenogliana ad essere insigniti della tutela Unesco».

 

DALLA MALORA ALL’UNESCO

 

La Fondazione Radici nasce dal progetto denominato “Dalla Malora all’Unesco”. Un titolo che sintetizza il sogno comune di un giornalista, di un fotografo e di un editore innamorati della loro terra e desiderosi di raccogliere e tramandare quel patrimonio di cultura, di usanze e sapere che ha contribuito a renderla unica al Mondo.

Un sogno che ha iniziato a realizzarsi poco più di due anni fa dall’incontro di quei tre personaggi: l’editore Claudio Rosso, artefice del rilancio di Radio Alba, il fotografo di “La Stampa” e “Repubblica” Bruno Murialdo e il giornalista di Gazzetta d’Alba e Radio Alba Marcello Pasquero.

Il modello era l’opera meritoria di personaggi come Donato Bosca, Walter Accigliaro, Renato Vai e altri che da decenni raccontano la storia delle Langhe, ma anche della meravigliosa rivista “Roero terra ritrovata”, senza dimenticare i “Granai della Memoria” voluti da Slow Food.

L’ambizione era proseguire nel lavoro di questi custodi della memoria mettendo a disposizione tutta la professionalità di una piccola e affiatata troupe arricchitasi con la presenza di un cameraman professionista: Daniele Ferrero. Claudio Rosso ha dato il via al progetto con risorse ed entusiasmo, Bruno Murialdo si è occupato di scattare per ogni personaggio centinaia di foto. A Marcello Pasquero il compito di intervistare, sbobinare e catalogare tutto il materiale raccolto.

In questo modo per ogni intervistato è stato possibile archiviare almeno due ore di racconti completi di audio, video in 4k e testo, già pronti ad essere consultati e utilizzati per realizzare materiale audiovisivo, ma anche per tesi o ricerche scolastiche.

 

IL RACCONTO ATTRAVERSO I PERSONAGGI

 

“Dalla Malora all’Unesco” è prima di tutto una storia che non viene raccontata dall’alto o a distanza, ma direttamente dalla viva voce dei protagonisti di quel lavoro corale che ha permesso a Langhe e Roero di diventare un territorio universalmente conosciuto. Il filtro del giornalista è quasi nullo, le domande sono poche per non togliere spazio alle memorie, le foto sono naturali e mai costruite o concordate.

Il lavoro è partito dai grandi patriarchi dell’enologia, per ragioni anagrafiche. Questo a qualcuno ha fatto pensare che il progetto fosse incentrato sul mondo del vino. Non è così, i produttori che sono partiti con una valigia di cartone e qualche bottiglia per far assaggiare i loro vini nel Mondo sono una parte fondamentale della storia, ma non l’unica.

La storia di Langhe e Roero non può essere raccontata senza raccontare di quegli autobus che ancora oggi partono dal più lontano dei paesi dell’Alta Langa diretti alla Ferrero. Senza quell’intuizione della famiglia Ferrero, di Pietro e Giovanni, prima e Michele, poi, oggi racconteremmo di una Langa disabitata e abbandonata e il ricordo della Malora sarebbe molto vivo e non relegato ai libri di Beppe Fenoglio. Quegli autobus hanno permesso alla Langa di non spopolarsi, ai contadini di non abbandonare quelle terre “grame” che oggi valgono milioni di euro.

Come non si possono dimenticare aziende come la Miroglio, Mondo, le Edizioni Paoline, l’Egea e molte altre che ancora oggi portano il nome di Alba e dell’albese con orgoglio in ogni angolo del globo.

Il vino quindi è stato solo il punto di partenza di un lavoro gigantesco che punta a salvaguardare la memoria non per puro culto delle ceneri, ma per imparare, dal passato, a tracciare le linee di un futuro sostenibile.

In poco più di due anni sono state oltre 50 le interviste raccolte dai patriarchi del vino Gigi Rosso, Beppe Colla, Giacomo Oddero, Michele Chiarlo, Vittorio Vallarino Gancia Angelo Gaja e Bruno Ceretto a personaggi politici come Natale Carlotto e Ettore Paganelli, fino ai campioni di pallapugno Berutti e Bertola, a Don Cesare Battaglino e Serafino Enrico. Più di 250 le ore di video raccolte per oltre 1.800 cartelle di interviste sbobinate.

LA NASCITA DELLA FONDAZIONE

 

Dopo circa un anno di lavoro, si avvicina a Rosso, Pasquero e Murialdo l’Ente Morale Famija Albeisa, con il prezioso aiuto di Gigi Cabutto. Il progetto prende valore e viene premiato dalla Fondazione Crc con un contributo di 15 mila euro.

A inizio 2019 l’inizio di una nuova fase. Intorno a un tavolo, nella sede della Famija Albeisa, Rosso, Pasquero e Murialdo convocano enti, consorzi del vino e aziende del territorio che rispondono “presente”. L’obiettivo è dare gambe solide al progetto. Come? L’intuizione è del presidente dell’Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero Luigi Barbero che lancia l’idea di costituire una Fondazione per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato. Pronta anche la sede, di grande prestigio, nel castello di Grinzane Cavour.

Dalla raccolta e dallo sviluppo delle idee è nata “Fondazione Radici, per le memorie di Langhe, Roero e Monferrato”, costituita il 12 febbraio 2020 nello studio del notaio Lucia Cotto di Alba.

Si tratta di una Fondazione unica nel suo genere in Italia che lavorerà con l’indirizzo del comitato scientifico e con l’operatività di gruppi di lavoro tematici che permetteranno la partecipazione di chiunque voglia dare il suo contributo per la tutela e la salvaguardia delle memorie. Gran parte delle interviste realizzate sarà messo a disposizione di studenti, ma anche di giornalisti e studiosi da ogni parte del Mondo. Parallela sarà l’attività di catalogazione e digitalizzazione del materiale già raccolto nel corso degli ultimi decenni, materiale che rischia di andare disperso per sempre e che ora avrà finalmente una casa e dei custodi.

 

 

 

“FONDAZIONE RADICI”

PER LE MEMORIE DI LANGHE, ROERO E MONFERRATO

Sede: Castello di Grinzane Cavour, via Castello 5 Grinzane Cavour

Tel.333-57.04.194  mail: info@fondazioneradici.it